Il Museo

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Riunione dell’USI 1913 ca.

L’Unione Sindacale Italiana
Nel novembre del 1912, a Modena, il congresso di tutte le organizzazioni sindacaliste d’Italia proclama la scissione dalla Confederazione Generale del Lavoro e da vita all’Unione Sindacale Italiana. Il nuovo organismo si caratterizza per la politica rivoluzionaria, per il rifiuto di contatti con qualsiasi partito politico, per la volontà di organizzare anche i lavoratori non qualificati, il rifiuto di patteggiamenti con lo Stato, per i metodi di lotta basati sull’azione diretta. All’USI aderiscono importanti Camere del Lavoro (triangolo industriale, Emilia, Toscana, Puglia) organizzando soprattutto metalmeccanici, metallurgici, muratori, minatori, braccianti. Durante i primi anni di vita l’USI fu impegnata in una serie di lotte tendenti a migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei proletari, senza trascurare l’impegno antimilitarista. Nel 1913 riuscì a fare concorrenza alla C.G.d.L. scavalcandolo per numero di affiliati in settori come la metallurgia. Corridoni fu tra i protagonisti di questa fase. Contro il sindacalismo riformista, organizzato per federazioni di mestiere, cercò di promuovere un sindacalismo d’industria, più adatto per organizzare tutti i lavoratori di una fabbrica senza distinzione di qualifica. Lo scoppio della Guerra spaccò l’USI, tra la componente interventista (De Ambris, Corridoni e in un primo tempo Giuseppe Di Vittorio) e quella anarchica, fermamente antimilitarista.