Le istituzioni
Ricordiamo il Corridoni autentico
Filippo Corridoni per la nostra città è un personaggio fondamentale non solo perché qui nacque nel 1887 ma soprattutto perché nel 1931 Pausula prese da lui il nome di Corridonia. Da quella data il suo nome è indissolubilmente legato alla nostra storia. Filippo Corridoni, dopo una vita dedicata alla causa degli operai, morì il 24 ottobre 1915 sulla Trincea delle Frasche durante la prima guerra mondiale. Il suo corpo scomparso nell’infuriare della battaglia, nonostante le ricerche dei compagni, non fu mai ritrovato. Dopo la morte fu decorato con medaglia d'argento, trasformata poi in oro alla memoria. La lotta interventista da lui condotta, la morte eroica, i racconti di chi gli fu più vicino nelle ultime ore, il mistero del corpo mai ritrovato, alimentarono una esaltazione del Corridoni come eroe fascista che fu perpetuata dal regime. Caduto il fascismo questa figura, proprio in virtù della celebrazione che ne aveva fatto la dittatura di Mussolini, cadde nell’oblio per lungo tempo. Un’importante occasione per recuperare le reali dimensioni storiche dell’uomo e dell’eroe fu colta nel 1987 nel centenario della nascita. Emerse allora la figura di un uomo dagli alti ideali di giustizia, del sindacalista ricco di fede, pronto a sacrificarsi e a lottare per quello in cui credeva maggiormente: l’emancipazione dei lavoratori e del proletariato. I cittadini di Corridonia, dai più giovani a quelli che avevano vissuto direttamente gli eventi a lui collegati, ebbero modo di riavvicinarsi al loro eroe e a riappropriarsi di una figura di valore storico in cui la Città si riconosce e trova uno dei segni della propria identità. Per questo è fondamentale procedere ad un ulteriore approfondimento critico di questa personalità in modo “libero” e lontano da ideologie e pregiudizi.
Questo l’obiettivo che ci prefiggiamo con il Museo dedicato al nostro concittadino ed eroe, finalizzato ad illustrarne la figura, ma soprattutto a ridisegnare e consegnare alla storia l’integrità di questo emblematico personaggio di cui in troppi si sono lungamente e indebitamente appropriati.
Il Sindaco
Nelia Calvigioni
Il museo e il territorio: una proposta di turismo culturale
L’apertura della Casa Museo Filippo Corridoni si inserisce all’interno di un articolato progetto culturale, turistico ed economico che intende promuovere il rilancio della nostra città. Nella fase iniziale si è proceduto alla pulitura della fontana e al restauro dell’ingresso e della Sala Consiliare del Palazzo Comunale. Contestualmente si è iniziato un lavoro di promozione e approfondimento tramite incontri tematici che rendessero la cittadinanza consapevole dell’importanza di Filippo Corridoni e di altri personaggi illustri come Luigi Lanzi, Eugenio Niccolai, Giovan Battista Velluti. Una mostra fotografica, realizzata dopo un grande lavoro di ricerca documentale, ha poi esplicato le varie fasi della costruzione della Piazza Filippo Corridoni e del Palazzo Comunale culminate, il 24 ottobre del 1936, con la imponente cerimonia di inaugurazione alla presenza di Benito Mussolini. Inoltre è stato ampliato il già cospicuo fondo Filippo Corridoni, costituito da materiale fotografico e documentario. Quest’ultimo, insieme ai fondi Eugenio Niccolai e Luigi Lanzi, rappresenta una delle attrattive principali della nostra istituzione libraria. La Casa-Museo sarà in questo modo inserita all’interno di un percorso culturale cittadino, i cui punti focali saranno visite guidate alla Piazza Razionalista “Filippo Corridoni”, al monumento all’eroe, alla Sala Consiliare e alla Biblioteca Comunale e nell’occasione, a tanti altri monumenti ed opere d’arte presenti in città. L’apertura della casa museo costituirà anche un’importante occasione per riconoscere il valore storico e culturale delle vestigia della Prima guerra mondiale e degli avvenimenti successivi, partendo dall’esaltazione dell’eroe e sindacalista che aveva amato le sue idee più della sua stesa vita. Come scriveva lo stesso Corridoni all’amico Arturo Rossato: “Io rimarrò sempre il Don Chisciotte del sovversivismo; ma un Hidalgo senza ingegno, pieno soltanto di fede. Morirò in una buca, contro una roccia, o nella corsa di un assalto, ma – se potrò – cadrò con la fronte verso il nemico, come per andare più avanti ancora”.
L'Assessore alla Cultura
Avv. Massimo Cesca